Ultimamente ho letto un articolo tributo a Nelson Mandela e mi viene in mente come anche lui fosse un rivoluzionario, prima del carcere. Poi, come penso tutti sapranno, si è ricreduto e ha fatto grandi cose come presidente, ma è significativo che un personaggio del genere la pensasse come te.
Personalmente mi sono trovata a manifestare un paio di volte per necessità; niente di eclatante, solo manifestazioni pacifiche, occupazioni, scortate dai carabinieri e sempre a livello studentesco... in ogni caso anche io pensavo fosse più d'impatto una manifestazione spontanea (che poi, ora chiamano "spontanee" le manifestazioni organizzate), ma alla fine bisogna riconoscere che senza la dovuta sorveglianza non si può essere certi che non si "cannoneggi" sulla folla o che qualche stordito (come i black bloc) si appigli alla scusa dell'ingiustizia sociale per dare qualche manganellata.
Ci sono strumenti come i Referendum (riferiti alla legislatura, chiaramente) che permettono al popolo di prendere in mano la situazione senza che nessuno si faccia male, e anche quando ciò non fosse possibile, non vedo come un diritto (fosse anche la libertà) sia più importante di vite umane. Perché è di questo che si tratta.
Durante la Rivoluzione Francese ci sono state delle morti. Forse potrai ribattere che erano "per una causa superiore", ma quando si vede in questo modo la questione si è già desensibilizzati, e non ce ne si fa niente dei diritti, perchè non si ha rispetto della vita umana.
E' vero che il popolo è trattato come un cagnolino ammaestrato da chi comanda, ma questo non ci giustifica se usiamo la violenza per prenderci qualcosa che è nostro di diritto. Vogliamo la giustizia? Usiamo la razionalità, non usiamo i pugni per fermare i pugni, altrimenti fonderemo le basi di un "mondo migliore" sull'eccezione (come hanno fatto le dittature).