Io sono un tipo particolare: ho vissuto tante delusioni, soprusi, mancanze e molte altre cose negative nella mia vita, inoltre, sono portato, di natura, a soffrire molto, amplificando, e non di poco, le emozioni che vivo. La depressione regna sovrana nella mia vita ormai da anni, ma il mio "amplificare" le emozioni mi porta a vivere con parecchia più intensità del normale pure quelle positive: il tutto, misto di una forte depressione e del valorizzare fottutamente (scusa il termine non propriamente aulico) ciò e chi ho e trovo di buono nella mia vita, mi ha sempre portato a scrivere, sin da quando ero bambino, ciò che avevo in testa, un po' per sfogo, un po' per sperare che, in mezzo a tutto il lerciume della gente frivola, superficiale e derisoria, ci fosse qualcuno che mi comprendesse. Stando a quanto dicono le persone che mi vogliono bene, scrivo con grande incisività quello che penso, essendo tanto sincero negli elogi quanto caustico nelle invettive: magari, quando scrivi, sai che il tuo "io" resta indelebile su qualcosa che può capitare sotto gli occhi di lettura di chiunque, e quindi sai che prima o poi, anche per il semplice fatto che nessuno scrive se sa che non verrà letto da qualcun altro, il tuo elaborato scritto verrà giudicato da uno/a all'infuori di te: però, voglio essere positivista nel ragionamento, dicendo che al di là di quelle persone che leggendo la tua sofferenza, la tua confusione e i tuoi sentimenti (speranza, amore, odio, delusione o altro che siano) possono deriderti, fraintenderti o giudicare male, c'è, di contro, un'altra caterva di gente che "può" (sottolineo il termine potere, perché non è detto, purtroppo, che capiti) solo capirti meglio, decidere di schierarsi dalla tua, apprezzare e scegliere di stimarti e rispettarti il doppio di prima, sia che ti conoscesse già prima, sia che ti conosca tramite i tuoi scritti. Del resto, penso che se uno scrive, tenta di mettere in vetrina la sua persona, sperando che, fra i lettori del suo operato, trovi qualcuno che possa condividere le sue stesse emozioni, sentimenti, pensieri, che siano di gioia o tristezza, amore o odio, speranza o delusione. Io penso che nella vita non potremo mai avere il 100% della popolazione mondiale che ci approvi, però possiamo conquistarne una percentuale comunque alta, l'importante è essere sempre in discussione, capire che se una volta va male e l'altra pure, ma alla fine mettere in luce se stessi ripaga. Almeno, questa è la mia esperienza personale: io posseggo un sito dove scrivo un po' di me (parlando di me, se tante ragazze, e amici mi hanno voltato le spalle nel peggiore dei modi, se ho perso tanti alleati in questa vita e ho vissuto gravi mancanze di rispetto, penso che io come tutti dobbiamo reagire, non per forzare noi stessi ma per mettere a tacere le bocche di chi ci voleva vedere finiti !!!), e lo faccio leggere o ad amici o a gente che ho conosciuto da poco, per far sapere meglio chi sono; perché ? Perché, almeno questo è il mio punto di vista, mi puoi amare o odiare, ma devi farlo con cognizione di causa, sapendo tutto di me. Concludo con un'altra postilla, peraltro importante: scrivere non serve solo per far leggere agli altri, ma anche per ritrovare se stessi quando ci si sente persi, confusi o dubbiosi. Quindi io penso che dare un domicilio, scritto, ai sentimenti, alle emozioni, a ciò che si prova, si pensa, serve solo a trovare il bandolo della matassa, sia che lo si rilegga agli occhi di se stessi, sia che si scelga per comunicare al prossimo/a i propri punti di vista, frustrazioni, situazioni vissute e quant'altro. E nella vita, in un caso o nell'altro, non siamo mai soli. Che ci piaccia o meno.
PS: Aiuta a ritrovarsi e a diradare nuvole dai propri pensieri il parlare con una persona amica: non c'è miglior psicologo di una persona veramente amica !