2010-03-17 13:09:59 UTC
Dunque il differenziale fra i salari, prendendo per vero quello che ci viene detto, deve dipendere da altri fattori. Detto che qualsiasi imprenditore ha tutto l'interesse a incentivare con maggiorazioni salariali la produttività dei lavoratori, e non si capisce perchè discrimenerebbe le donne quando gli offrono opportunità di guadagni maggiori, vediamone alcuni dei fattori che potrebbero essere alla base della differenza salariale.
Il grado occupato in azienda.
Le donne si lamentano spesso del "soffitto di cristallo", ossia della difficoltà ad accedere a funzioni di livello elevato. Sempre su La7, un altro spot ci dice che il 79% dei posti di maneger è "riservato" ai maschi (notare l'uso volutamente ambiguo del linguaggio, là dove col termine "riservato" si intende comunemente un divieto esplicito e formalizzato di accesso (o di uso) a qualcosa. Il che è chiaramente un falso, in questo caso). Si possono naturalmente discutere i motivi della difficoltà femminile a progredire fino ai gradi più alti, ma è normale che a lavori diversi corrispondano retribuzioni diverse.
Il rischio.
I lavori pericolosi vanno retribuiti di più, se si vuole che vengano accettati. Ebbene, tutti i lavori a maggior rischio sono svolti dagli uomini, tanto che il 92% dei morti sul lavoro sonio maschi. Semmai c'è da dire che spesso quei lavori sono mal pagati rispetto a quanto meriterebbero, e che tanti uomini li accettano comunque perchè sentono il dovere di provvedere alla famiglia (moglie e figli). D'altra parte in questi settori non risulta ci siano recriminazioni sui soffitti di cristallo, nè che si pretendano quote rosa riservate per legge come per i posti appetibili. Chissà perchè!
Le ore di lavoro.
E' un elemento decisivo, perchè è ovvio che un maggior tempo di lavoro implica un maggior stipendio. Nulla viene detto a questo proposito sui giornali, ma è pensabile che gli uomini dedichino al lavoro in fabbrica o in ufficio un tempo della loro giornata superiore a quello delle donne.
Per avvicinare la verità ci possono aiutare alcuni dati rilevati in Canada, dove, secondo l'Istituto di Statistica, i salari delle donne occupate a tempo pieno sono di circa il 24,6% inferiori a quelli degli uomini.
http://www.stat.gouv.qc.ca/publicati...ociale05c6.pdf
Questa differenza è stata oggetto di recriminazioni e di convegni, anche delle organizzazioni dei lavoratori canadesi, in cui si sottolinea che l'uguaglianza fra uomini e donne è un obbiettivo ancora lontano. Sennonchè i dati rilevati da Canada Statistico, dicone che il tempo di lavoro femminile è inferiore del 39% rispetto a quello maschile.
http://www.statcan.ca/francais/freep.../tab1_qc_f.htm
Gli uomini, dunque, lavorano il 39% in più delle donne ma guadagnano solo il 25% in più.
Ciò significa che per ora lavorata gli uomini sono retribuiti peggio delle donne.
La verità, almeno nel caso canadese, è dunque OPPOSTA a quella conclamata.
Lo svantaggio è maschile, non femminile.
Ecco un altro caso, come per il fenomeno della violenza, in cui non si vuole cercare la verità, ma affermare la propria verità ideologica a senso unico, e per farlo non ci si fa scrupolo di omettere, tacere, falsificare i dati.
Lo scopo, al solito, è di far apparire il genere femminile come eterna vittima di discriminazioni e sopraffazioni ad opera di quello maschile.