Io sono dell'idea che una persona che va a morire per quello in cui crede NON mente.
Quindi tutti (o quantomeno gli stati che nel 1861 composero l'Italia) l'hanno voluta. Che sia andata a finire diversamente poi, sembra essere la versione più gettonata.
C'è un dato più o meno famoso, ed è 443 milioni di lire, ed erano le riserve auree che il Regno delle Due Sicilie possedeva al momento dell'annessione, ben superiore ai 27 del Piemonte e gli 8.1 dell'allora Lombardia, tutto su un totale di circa 670 milioni di lire (comprendendo anche Roma e l'ex stato pontificio, 1870 quindi) circa calcolati per tutta la nazione.
Ma a me personalmente non importa nulla del passato, perchè quello che viviamo è il presente. È andata così, pazienza. Meglio guardare avanti e provare a risolvere i problemi attuali.
Che sono lì, sotto gli occhi di tutti: il problema è uno e si chiama politica, dalla nazionale fino alla locale. La storia della secessione è solo un disperato tentativo di ricerca di giustizia, non c'entrano nulla, almeno secondo me, le diversità di natura sociale, questa è solo una copertura, una giustificazione insulsa per usarla come mezzo per ottenere giustizia, perchè, parliamoci chiaro, anche io mi arrabbierei nel vedere il frutto dei miei sacrifici buttati nel cestino. E non parliamo di decenni, ma di quasi due secoli.
In ogni caso il termine secessione È, a tutti gli effetti, un insulto a tutti quegli italiani che sono morti per rincorrere il sogno in cui credevano, ovvero quello di una nazione unita e libera dallo straniero.
Sono più che convinto che, con una politica efficiente ed efficace, ma anche nazionalista, il 95% dei problemi in Italia sarebbero risolti. Altro che Germania.